I trofei del nonno

Qualche giorno fa mi sono imbattuta in una delle eredità nascoste del mio nonno. Accanto alle camicie ben curate e stirate spuntavano alcune magliette, immacolate, con gli stessi colori sgargianti di quando erano uscite dallo scatolone. Erano disposte alla perfezione come solo le commesse nei negozi di abbigliamento sanno fare: allineate una sull’altra, compatte, ordinate.

C’erano tutte: dal primo all’ultimo anno in cui il nonno aveva reso il suo prezioso servizio all’attività parrocchiale di Estate Ragazzi. E non le aveva mai toccate, non le aveva mai usate. Me lo immagino, al termine di tre lunghe e stancanti settimane alle dipendenze delle signore della cucina, riporre con cura nell’armadio la maglietta di quell’anno, proprio sopra tutte le altre, come una sacra divisa, un trofeo di vittoria da custodire al sicuro insieme agli altri degli anni passati.

Tante delle mie magliette accumulate negli anni in cui ho fatto l’animatrice ormai non le uso più perché il frequente utilizzo nelle più svariate occasioni le ha rese logore e scolorite. Nella mia esperienza era normale avere le magliette più vecchie maggiormente deteriorate e quelle più recenti meno rovinate. Mai avrei pensato di poterle vedere tutte insieme, come nuove, come se fossero state strappate dal trascorrere del tempo preservando unicamente il momento esatto della loro consegna.

In queste magliette impilate ho trovato l’orgoglio e la fierezza di quell’uomo semplice e disponibile che era il nonno. In spiaggia al mare ci andava sempre con i soliti vestiti a rotazione, ma quelle maglie no, quelle maglie non potevano essere toccate, erano patrimonio della sua memoria.

In ambito calcistico si parla spesso di “amore per la maglia” per descrivere quei tifosi che seguono con passione la propria squadra del cuore. Beh, nonno era un gran tifoso del Bologna, per tanti anni aveva fatto l’abbonamento alla curva Bulgarelli per seguire le partite ma di maglie di questa squadra nel suo armadio non c’è traccia. C’è traccia però di un altro amore, di un altro coinvolgimento, frutti di un cuore che sapeva vedere il più grande onore nel dono gratuito di sé ai bimbi e agli animatori. Questa era la sua squadra preferita, questa era la maglia che amava.

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