E tu hai il coraggio della condivisione?
Eh sì, parliamo di condivisione.
Qualche settimana fa sono stata in
Irlanda a trovare Marti che sta facendo l’esperienza dell’Erasmus. I primi
giorni li abbiamo passati a Cork, in una regione a Sud dell’isola. Mentre ci
trovavamo lì, una sera, uscite da un’imponente chiesa dalle guglie svettanti
verso il cielo, Marti spezza in due una baguette e me ne offre una metà. È un
gesto piccolo ma che per un istante infinito mi ha fatto gustare con tutta me stessa
la dimensione della comunione: comunione tra me e lei, tra me e questo mondo,
tra me e quel tempo di pienezza che ho vissuto, tra me e la mia storia che mi
ha portato ad essere là in quel momento, tra me e quel luogo, il sagrato di una
chiesa, che so che sarà sempre scenario di un bellissimo ricordo. Nel
condividere il pane, il nostro stare insieme si è trasformato in “compagnia”
nel senso letterale del termine “cum-panis”
ovvero partecipi dello stesso pane.

Condividere è aggiungere variabili
alla vita e questo a volte può essere anche doloroso. Di fronte a questa dura
verità mi piace pensare all’incontro mio e di Marti con la signora che per due
notti ci ha ospitato facendoci dormire nel suo letto mentre lei ha dormito sul
divano. Alla domanda dei suoi compaesani “Ma perché lo fai? Non hai paura che
le persone ti rubino qualcosa?”, lei ha risposto “Ma io non ho niente da
perdere, quello che ho lo metto a disposizione e finora mi è sempre andata bene”
(questa signora nel giro di 3 anni ha ospitato 56 persone diverse provenienti
da 24 nazionalità diverse). Che semplice e grande saggezza in poche parole!
E allora mi chiedo: da quando l’“umano”
fa così paura? Non è che abbiamo troppo da perdere?
Auguro a tutti un anno ricco di
intersezioni e di zone comuni, case comuni, spazi comuni e cuori in comunione perché
tutti possano vivere la gioia della condivisione.
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