Quel fatidico colpo d'aria

Col fondamentale contributo dell’Eli: la ragazza con la vita nel sangue

Dai nostri nonni ci sono state tramandate alcune massime di vita universalmente valide che per la loro portata di significato non possono che rimanere impresse nella nostra mente e nel nostro cuore come fossero scolpite sulla pietra.

Ti sarà capitato almeno una volta di pensare in un bel lunedì d’inverno, degustando le lasagne avanzate dal pranzone della domenica: “Cavoli ma oggi sono più buone di ieri!”. E a quel punto ancor prima che la frase finisca, una voce dentro di te, fuori di te, un’eco che risuona dai più lontani ed inesplorati confini del mondo esclama: “Le cose a star lì diventano più buone”. Silenzio. La Saggezza ha sfiorato l’uomo. Si sono parlati ed eccola fuggire via nel suo scialle bianco panna. A star lì diventa più buono. Grazie oracolo.

Ma non è finita qui. Perché anche la scienza non può che prostrarsi dinanzi alla Sapienza di tali precetti aforistici tramandati di generazione in generazione. Un giorno qualunque ti alzi con un leggero mal di testa. Oppure: ti senti spossato. Oppure: hai la nausea. Oppure: senti lo stomaco sottosopra. Oppure: non hai dormito bene. Oppure: non hai voglia di alzarti. Insomma: qualunque cosa tu senta di sgradevole, a patto che non sappia spiegarti il PERCHÉ, SICURAMENTE è stato causato dal fatidico colpo d’aria. Badate bene di prendermi sul serio eh! Ci sono persone che sono state a letto settimane col virus intestinale a causa di un colpo d’aria! Sì proprio lui, il colpo d’aria😱. Me lo immagino mentre svolazza beffardo in cerca di qualche vittima da schiaffeggiare e che poi se la svigna tranquillamente nel suo anonimato, invisibile. Poi sì, a volte picchia più forte altre volte meno: “Ma nonno come mai hai questa tosse?” – “Ah sai, l’altro giorno avevo appena finito di lavare i piatti, avevo addosso quel sudorino… presente? Poi sono uscito in terrazza un secondo e… ho preso un colpetto d’aria! Lo sapevo che dovevo mettermi una sciarpina”. Ha colpito ancora.
E così insomma. Ci piace trovare dei facili capri espiatori, anche se inverosimilmente imbarazzanti. Ci fa stare meglio!

Vorremmo sempre essere al 🔝, sempre sul pezzo, in forma, col serbatoio dell’amore pieno, impenetrabili, inscalfibili. A volte perdiamo di vista un lato del nostro cuore, quello che l’amore ha bisogno di riceverlo non di darlo. Forse i momenti difficili o di malattia hanno proprio questo compito: di ricordarci il nostro lato fragile, umano, che ha bisogno degli altri. È nella debolezza che possiamo sentirci accolti nella verità di noi stessi.
Lottiamo per il diritto a sentirsi dire ogni tanto in un caldo abbraccio: “Andrà tutto bene”.
Grazie nonni, anche questa è frase è vostra.


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